Storia di Torino di Luigi Cibrario
t: \iM) IMI I MO *>2Uelio pronunziavamo in termino di 40 giorni. Tutte le cause doveano ventilarsi e finirsi a Torino. Le seconde appellazioni, che in tempo dell'indipendenza andavano ali imperatore, defģnivansi sotto al dominio de' principi di Savoia dalla loro curia, ma sempre
al di qua da'monti.
Capi della credenza maggioro, o sia del gran consiglio comunale, erano quattro chiavarii che si rimutavano di tre in tre mesi, e si sceglieano due difamiglie d'albergo e due del popolo. Chiamavansi sicuramente chiavarii dal custodir che faceano le chiavi delle arche del comune, riposte nella casa dei Irati minori, sebbene nel secolo xiv le chiavi di tale archivio fossero in man del guardiano d'essi frati o del massaio. In esse anche serravansi i titoli pił preziosi del comune, ed il libro rosso nel quale erano stati per giudiciale autoritą trascritti. Nel refettorio de' frati minori adunavansi ancora varie deputazioni di credendarii,o savi incaricati d'affari speciali, come i savi della guardia ( custodie ) ed i savi aventi balia sul registro. Talora conveniano eziandio in S. Gregorio. Gli uffici del comune pare che in tempi antichi, e qualche volta ancora nel secolo xiv, fossero tratti a sorte; ma d'ordinario i chiavarii eleggeansi dal vicario e dai giudice. Ogni tre mesi poi s'eleggeano dai chiavarii due sindaci, il che volea dire procuratori del comune incaricati di sostenerne gli interessi e di dettar le scritture occorrenti.
Voi. I
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (329/531)
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Torino Savoia Irati S. Gregorio Gregorio
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