Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      550 1jbro quintorisolvessero su tali domande. Il maggior consiglio del comune che non volea delegare la sua podestà a due o quattro persone, mandava deputati coll'in-carico di udire e riferire. E però una volta Amedeo vi protestò, che, se agli ambasciadori non si concedeva piena facoltà di risolvere sulle domande che farebbe, ci nulla direbbe loro (10).
      Le assemblee generali per concession dei sussidii non si componean dapprima che dei deputali dei comuni e dei nobili.
      Cominciò Amedeo vni a radunar i prelati per consultarsi con loro quando vide sorger contrasti fra il concilio di Basilea e papa Eugenio iv. Per la medesima causa chiamò (credo) per la prima volta in generale assemblea i tre stati; a Evian il 20 novembre 1456; e di nuovo l'anno seguente a Thonon, nella qual occasione scrisse alla città di Torino di questo tenore :
      « Il duca di Savoia ai nostri ben amati e fedeli, i sindaci e consiglieri della nostra città di Torino, noi vi salutiamo. Per alcune cose che toccano grandemente la nostra fede, noi abbiam divisato di convocar insieme i tre stali del nostro paese, senza i quali non vogliamo in alcuna guisa deliberare (sans les quels nous ne voulons aueunement deliberei' ). Perciò vi mandiamo e preghiamo clic il xx giorno del mese prossimo di gennaio deputiate qui appo noi quattro dei più notabili della della ci Ila di


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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