Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO PRIMO
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Torino. E guardatovi di non mancare per quanto amale la nostra santa fede, e desiderate a noi compiacere. A Dio siate. Scritto a Ripaglia il xxu di novembre mccccxxxvii .
Radunaronsi un'altra volta gli stati nel 1439,
quando Amedeo viti fu eletto papa. Trattavasi allora di trovar danari per lo grandi spese che occorrevano. Sul finir di ottobre radunaronsi a Thonon, e di nuovo a Ginevra dal sette all'undici di dicembre. E furono liberali come conveniva alla magnifica rarità del caso ed alla grandezza elei bisogni.
Continụ per tutto quel secolo l'uso di radunar gli stati per chieder sussidii o per gravi affari di Stato (11). E siccome, mancata la sapienza di Amedeo vili, il duca suo figliuolo, dato ai sollazzi piuc-chè agli affari, non vedeva che per gli occhi d'Anna di Cipro sua moglie, che quindi nascean civili discordie , e chi avea píi forza F usava in luogo di ragione, i deboli erano oppressi, il danaro mancava, vendevansi od impegnavansi gli ufficii: siccome la sanità di Amedeo ix non permise a questo eletto principe di riparare nel breve suo regno tanti disastri; e che venute poi le minorità e le reggenze, impacciatosi Ludovico xi nel governo della monarchia di Savoia, sollevatasi l'ambizione dei principi collaterali, la cosa pubblica pericolava, pigliarono allora gli stati, per volontà dei sovrani che aveano bisogno di un appoggio alla vacillante loro autorità,
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (337/531)
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