Storia di Torino di Luigi Cibrario
LIIHU) QUINTOche possedeva al momento in cui lece la donazione e pigliò 1' abito, non quelli che posteriormente per qualsivoglia modo gli sarebbero pervenuti.
Del rimanente i cherici ed i religiosi erano tenutidi pagar la taglia per tutti i beni posseduti che non fossero veri beni di chiesa.
Soprattutto eran tenuti di concorrere in tutto ciò che riguardava la difension della patria, e così alle fortificazioni ed alla guardia della città. Nei 1257 per finir la guerra che ardeva tra Chieri e Torino, quest'ultimo comune aveva imposto sessanta soldi imperiali alla badia di Rivalta pe'beni annessi alla chiesa di S. Secondo tra la Dora e la Stura. Que1 canonici ricusarono il pagamento; onde Guglielmo Favet podestà, avutane facoltà dal maggior consiglio, obbligò Ardizzone Silo a comprar tanti beni di S. Secondo fino alla stima di sessantatrò soldi, con riserva del riscatto per un anno a favor della badia di Rivalta. I tre soldi erano aggiunti per mercede della stipulazione di quell' istromenlo di compra forzata (1).
Molte volte nelle frequenti riforme del registro v'ebbero gravi contrasti fra il comune e il clero; talvolta quest'ultimo ricorse al grave rimedio dello censure; e i savi del consiglio gittarono alte querele super iniqui tale, superbia et immoderata auaricia cleri (2). Se con ragione, l'ignoro. Lagrimevoli orano al certo queste dissensioni, clic sceveravano
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (346/531)
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Chieri Torino Rivalta S. Secondo Dora Stura Guglielmo Favet Ardizzone Silo S. Secondo Rivalta Que
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