Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      LIBRO QUINTOPer quest'obbligo appunto che correva al comune di ristorar ogni danno dato ad un suo borghese, cercava esso d'impedire che si esponessero senza riguardo
      ai pericoli. Perciò nel 152G, essendo gran guerra tra il conte di Savoia e il Delfino bandì che i Torinesi che avessero bestie al pascolo ne' monti verso il Del-flnato le ritirassero in termini di quindici giorni; in difetto il comune non darebbe aiuto per farle restituire se venisser tolte.—Ancora, siccome i porci vaganti per la città senza custode venivano spesse volte uccisi, e toccava al comune ristorarne il padrone, si vietava siffatto abuso: e faceansi provvisioni atte a scemarla frequenza degli incendii, perchè al comune s'apparteneva di tener indenne il proprietario.
      In favore de'borghesi l'annona era tassata; era tassata la mano d'opera ; il prezzo de' drappi e delle tele e di quasi tutte le cose venali; la mercede da pagarsi ai maestri. La loro persona avea nello statuto una stima più alla che quella degli stranieri, poiché più grave pena infliggevasi a chi uccidesse o ferisse o svillaneggiasse un cittadino, che a chi uccidesse, o ferisse, o svillaneggiasse uno straniero. Ogni cittadino poteva di propria autorità far sesimento o porre sequestro in qualunque casa di Torino sulle cose proprie, che gli fossero state rubate, o sulle cose del suo debitore e del fideiussore. E il padrone della casa era tenuto a rendersene guardiano e mallevadore fintantoché il giudice avesse pronunzialo. Si procurava che ai
     
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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