Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo secondoborghesi mai non mancasse mercato di vettovaglie. i'rimachò i borghesi avesser comprato, niun rivenditore polca comprare. Fnchè fosse venduto il vino nato nel territorio Torinese non si allargava , come allora si spiegavano, il vino forense, vale a dire, non si permetteva l'introduzione del vino nato in altri lerritorii. E questo stesso vino, quando s'introduceva dai borghesi per uso proprio, era colpito dalla sola metà della tassa, imposta a chi lo introduceva per rivenderlo. Infine il comune raccomandava vivamente al papa i suoi cittadini ? perchè i benefìzi vacanti nella città e nel territorio venissero loro esclusivamente conceduti. Così per esempio nel 1588 molto operò perchè si nominasse alla badia di Stura Ar-dizzone Beccuti.
11 considerar che si facea lo straniero, come fuor del dritto comune, era causa che quando giungevano forestieri di gran riguardo, come principi, cardinali, legati, i savi tassavano il prezzo de'viveri, e la pigione delle case. Così fecesi similmente a prò degli studenti, quando, ne'primi anni del secolo xv, fu da Ludovico principe d'Acaia fondata l'università.
La solidarietà di tutti i comborghesi d'una terra se aveva la sua grande utilità nel preservarli, per quanto sì stendesser le forze del comune, da ogni danno, aveva per altro grandissimi inconvenienti.Imperocché sovente accadeva che un Torinese andando
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (351/531)
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