Storia di Torino di Luigi Cibrario
I lituo Ql'INTO, C.AIM) TKI17.0
Su (ale registro, sovente rinnovato, lcvavasi la taglia, maggiore o minore secondo il bisogno. Dispensa-vansi talora dalle taglie i medici perla euri ali là (cor-lesi a) della professione. Nel 1548 si die tal franchezza al medico Guala Marcntino, il quale, essendo settuagenario, fu anche dispensato dal servizio ordinario e straordinario delle scolte ( vayta, et excaravayla ). IVforeslieri che possedean beni sul territorio torinese la taglia era quasi sempre più grave.
Altri proventi principali di cui si nutriva la cassa del massaio, erano le mul le, divise in multe,propriamente dette pe'misfatti, le quali erano o accordate prima della sentenza, o inflitte con essa; e in ammende di regarderia, che si riscoteano, o per bandi campestri, o per misure non bollate, o per precetti degli ufficiali non osservati, o per aver rotto 1'arresto, ovvero l'ostaggio che si dovea tenere nella casa del comune, e per altre simili contravvenzioni; i pedaggi, ossia le dogane (1) e le gabelle, il peso, i dritti di piazza, la bannalita de'molini, per cui si obbligavano fin gli uomini di Grugliasco a macinar le loro granaglie a Torino (2), il fìtto delle seghe e de'battitori, quelli dell'acqua, che dal canale del sobborgo di Colleasca entrava per la porta Susina, ed usciva pe'fossatelli di S. Michele (piazza delle frutta), di S. Brizio, del vescovo, di Billio della Rovere, della porta Fibel-lona; l'annuo censo che pagava la casana o casa di prestito di Torino; alcuna volta s'imposero tasse
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (359/531)
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