Storia di Torino di Luigi Cibrario
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I.lltllU QUINTOsull'esercizio d'un arte. Nei 1377 ogni bottega di panni francesi pagava dieci fiorini all'anno; altra volta si risedeva invece una gravezza proporzionata al valore d'ogni raso di panno venduto. E quando tutto ciò non bastava si chiedeva ai più ricchi una prestanza forzata, proporzionata all'avere di ciascuno. Questi proventi non entravano per altro tutti, nè per intero, nelle casse del comune. Varii privati avean parte nel pedaggio di Torino. Al vicario ed al giudice andava porzion delle multe; e cessata l'indipendenza, parte del pedaggio delle multe, la metà del censo della casana, il provento de'molini (5) e degli opifizii tornava al principe (4).
Dopo quell'epoca altre tasse vennero imposte. La privativa della casa del gioco, la quale venne abolita dal principe Filippo d'Acaia ad instanza de'citladini nel 1300 con surrogarvisi la gabella del sale. xMa poi, come accade in materie di gravezze, la prima tornò (5), e la seconda fu conservata. Questa gabella risguardava il sale che si portava in Torino. 11 principe d' Acaia introdusse dopo la metà dello stesso secolo un'altra gravezza sul sale che s1 estraeva da Torino, d'un danaro debole per ogni emina; la qual gravezza, siccome contraria ai privilegi del comune, si chiamò e dal comune e dal principe malalolla, colla sincerità propria di que' tempi non usi a velare con nomi onesti nò l'illegalità, nò i soprusi. Un'altra malatolta fu stabilita dal principe, ed è quella del
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (360/531)
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