Storia di Torino di Luigi Cibrario
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m1ik0 quintoche or s'intitola dei Cappuccini. Per difendere il fiume s'armava talvolta un galeone.
Quando le cose eran quiete, la torre che sorgeva a capo del ponte di Po, dal lato della citta, era custodita di notte dal cappellano della vicina chiesuola di S. Leonardo che vi dormiva. Ma in tempo di sospetto vi si deputavan clienti ; e fino a dieci se ne mandavano a guernir la bastia, che d'ordinario non avea pių che due guardie. Sul campanile di Sant' Andrea, su quello del duomo, sulla torre del comune, sul palazzo de'Beccuti, pių elevato degli altri, poneansi vedette. Altre collocavansi sul campanile della badia di Stura a spese dell'abate, sul palazzo di Lucento, nella torre di Mischie (posta in mezzo ad un bosco, sul colle in ver San Mauro), sul campanile di Sassi, sulla torre di Pozzo di Strada. Infine dirizzavansi bicocche, vale a dire guardiole di legno, erette sopra gli alberi, o innalzate su pali e cinte d'un fosso, il tutto a fine di specular da lunge i moti del nemico, de' quali con segni di bandiere, di fumo o di fuoco davano ragguaglio le vedette esterne alle interne, le pių lontane alle pių vicine. Due bicocche s'alzavano sempre al guado della Pellegrina in riva a Dora (verso Allessano) e ne'prati di Van-chiglia. Ogni notte facevasi la cerca attorno alle mura, dentro e fuori di esse, e negli edifizii da cui si polca temere qualche nemica insidia: e cosė nel monistero di S. Solutore maggiore e nel monistcro
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (366/531)
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