Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      r,aIV) gl'Altro 507
      di Sta Chiara (1). iMandavansi esploratori a cercar 1(5 rive di Stura da Borgarofin dove il fiume metto foce nel Po. Ogni mattina si cercavano i boschi vicini alla cittā. La notte grosse pattuglie stanziavano innanzi al palagio del comune, mentre sei altre correvano le strade della cittā. Ad ogni porta si deputavano dieci custodi di provato valore. Per maggior pericolo vegliava la quarta parte de' cittadini. Infine deputavansi esploratori a cavallo a spiar le mosse dei nemici, con avvertenza, dicono gli ordini, che fossero di sangue pacifico, nč paurosi, nč arrischiati.
      Era inoltre comandato ad ogni cittadino d'andar armato di lancia, spontone o balestra.
      Quando la campana suonava a stormo, tutti i cittadini abili all'arme, dovean correre sulla piazza del comune, e far capo al gonfalone di S. Giovanni Battista. Se dovea moversi Poste generale, siccome la cittā sarebbe rimasta indifesa, seriveasi ai signori di Beinasco, vassalli del comune, che, secondo gli antichi patti, venissero a pigliar le guardia delle porte di Torino. Se uno o due soli quartieri (clapa) dovean marciare, gittavansi i dadi per sapere a quale convenisse di partir prima; ma in settembre del 1543 si provvide che i quartieri di porta Pusterla e di porta Doranea (tutto il lato settentrionale della cittā) andassero all'esercito di Candiolo, e che nella prima successiva mossa andassero gli altri due (porta


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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