Storia di Torino di Luigi Cibrario
Capo quinto
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Dì S. Tcodorico o Teodoro si l'ucea dipinger Immagino entro a tabernacoli nella campagna perchè mantenesse tempo propizio ed abbondanti raccolte; sul fine di settembre d ogni anno si distribuiva ai poveri grano, vino e ccci in onor del santo, e questo si chiamava day a di S. Teodoro (2).
Nel 1450 e 1451, la città travagliata dalla pestilenza, ordinava si fabbricasse una cappella a S.Sebastiano, si celebrassero le feste di S. Valerico abate e di S. Bernardino. Nel 1455 cransi nel sacco della terra d'Exilles rubati anche i vasi sacri, col-l'ostia consacrata; aveali il sacrilego rapitore avvolti in un fardello, e caricatolo sur un mulo, s'era posto in viaggio verso la Lombardia. Pervenuto a Torino, in sul mercato del grano, innanzi a S. Silvestro, il mulo s'abbattè duramente, si slegò il fardello, e, secondochè narra l'antica tradizione, l'ostia sacrosanta s'alzò per l'aria, sfolgoreggiando, e vi rimase finché, giunto sul luogo il pio vescovo Ludovico di Romagnano, scese nell'aureo calice che questi tenea fra le mani. Riposta in un tabernacolo nel duomo, fu segno a culto speciale. Per memoria del fausto avvenimento, il comune ordinava nel 1510 la costruzione di una cappella nel luogo stesso in cui quel celeste tesoro erasi rivelato al popolo; e ad un tempo siccome la peste imperversava, si comandò che tutte le porte della città fossero segnate col nome tutelare di Gcsii.
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (375/531)
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