Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LUÌ HO QUINTOesorlava la cilta ad ordinare clic non si desse a lìtio ad eretici casa o podere. Il comune aderiva, imperocché allora erano i ministri della prelesa riforma torbidi e fanatici, e mal frullo si raccoglieva dalla loro vicinanza.
In mezzo a queste liete ricordanze, ne abbiamo anche delle tristi, fruito della ignoranza, e d'uno zelo religioso scompagnato da carità, epperò non cristiano. Voglio accennare i roghi in cui a tempo a tempo, secondo l'errore universale, s'ardevano eretici. Fra gli altri trovo memoria al 5 settembre 1588 del supplizio d'alcuni gazari o valdesi condannali per eretica pravità.
Ma per buona sorte questi casi erano assai rari.
Chi dal numero degli spedali giudicasse della pubblica beneficenza ne5 tempi di mezzo, fallirebbe per certo nel suo giudizio. Non meno di dodici ne annoverava la città di Torino, sebbene gli abitanti non giungessero nel secolo xiv a cinquemila. E ehia-mavansi del duomo o di Sta Maria, della porta Susina, di S. Dalmazzo (frati di Sant'Antonio), di S.Biagio (de'Crociferi fuor di porla Pusterla dove ora è la piccola casa della Provvidenza), degli Umiliati (nel sobborgo di S. Donalo), della Maddalena (de'canonici di Rivalta situala presso la chiesa di questo nome, al di là del ponte di pietra sulla Dora, e fondato dagli Arpini di Torino nell'anno 1196), di S. Giacomo di Stura (de'Vallombrosani), di S. Severo (a mezzodì
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (382/531)
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