Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBRO QUINTOEra il sussidio un dono straordinario che il paese faceva al principe per caso di guerra o d'altra spesa straordinaria, come per venuta dell'imperatore, pel matrimonio della figliuola, per la festa del cavalierato, per F acquisto di novello Stato. Chiedcvasi e consentivasi colla clausula di grazia speciale, perchè non era di stretto obbligo, ma bensì d1 antica e cortese consuetudine. Il principe lo domandava o in somma capitale determinata, o a tanti fiorini per fuoco, sopportando il ricco la parte del povero (Ju-vante divite pauperem). Prima cura della citta era di riconoscere qual somma concedevano gli altri comuni coi quali credea di potersi paragonare. Poi s'ingegnava con buone parole e molta industria di dare il men che poteva.
A11G di giugno del 1376 il conte Verde era a Torino, e chiedeva di grazia speciale tre fiorini per fuoco. Parve grave al comune, onde nominò otto deputati colla facoltà di convenire col consiglio del signor conte la concessione d'un sussidio più adattato alla sua possibilità.
Ai ventitré dello stesso mese i deputati riferivano ai savi del consiglio maggiore di non aver potuto ottener grazia d'un obolo (nullam graciam minus trium florenorum prò quolibet foco invenire potuisse). Onde, sebbene a malincuore, pur dovette il co-mime disporsi a concederlo. E però si vede quanto vana fosse la formola adoperala nel chiedere e nel
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (422/531)
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Stato Ju-vante Verde Torino
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