Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      la guerra , e il Piemonte ora invaso da un esercito
     
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      francese, a cui mal polean resistere le armi del duca, quando gli venne meno la vita in Savigliano addì 24 di luglio del 1630. E però Vittorio Amedeo \ suo figliuolo e successore, fu, per salvar Io Stalo costretto a segnare, nella pace di Cherasco del 1631 un articolo segreto per cui, acquistando Alba, e molte altre terre del Monferrato , dismetteva alla Francia Pinerolo e le sue valli 5 dimodoché non solo dava a quella minacciosa potenza novella sede in Italia, ma riduceva il suo Stato alla condizione di dover necessariamente servire di scorciatoio alla Francia , sia per mantenersi in comunicazione col Monferrato, sia per andar addosso agli Spagnuoli.
      Intanto un flagello più grave (se pur ve n'ha peggiore di quello, diveder alterata la propria indipendenza), un grave flagello, in quell'anno medesimo 1630, disertava il Piemonte, la pestilenza. Già nel 1599 n'era stato corrotto il paese, e Torino ancor piangeva le perdite allora fatte (2). Nel 1630 con maggior ferocia imperversò. Uscita la corte, qua e colà sparsi gli uffici e i magistrati, contaronsi in città undicimila persone. In capo a pochi mesi, ottomila eran morte. Mancati di vita, 0 fuggiti i soprastanti della sanità, tutte le cure del governo, del-
      l'annona, della salute pubblica si ridussero nel sindaco della città Gian-Francesco Bellezia, nell'auditore di camera Gian-Anlonio Beccaria , e nel protomedico


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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