Storia di Torino di Luigi Cibrario
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Li KKO SESTOo di abbandonar lo Stalo ai cognati, fin d'allora era ira Ilo prigione. Nondimeno essa fu costretta a dar nelle mani de'Francesi Carmagnola, Savigliano e Cherasco: il che fu sì amaro ai popoli, che citta e terre andavano a gara a gridar il nome de'principi come de' loro liberatori.
La nolte del 27 d'agosto 1659, il principe Tommaso e Leganez giungono con rapida marcia improvvisi alle mura di Torino, v'entrano per iscalata, e danno appena alla reggente il tempo di ritirarsi in cittadella, forzando le barricate con cui i principisti aveano già serrate le strade. In que'giorni medesimi il principe Maurizio comparso a Nizza, n' aveva ottenuto, senza niuna difficoltà, la sommessione (1).
Richelieu, della miseria estrema della duchessa volle trar partito per aver lei e lo Stato a discrezione. Fece venire il re a Grenoble, e invitò Cristina e il figliuolo ad andarlo a trovare. In quel pericoloso frangente risplendette V accorgimento e il gran cuore della duchessa. Vide il laccio, e provvide ad evitarlo. Lasciò il figliuolo a Mommeliano e lo commise alla fede del marchese di S. Germano, dicendogli che gli lasciava il pegno più prezioso e più caro : non lasciasse uscir il duca dalla fortezza, non ammettesse stranieri, non consegnasse quella fortezza a nissuno. Non attendesse a qualunque ordine contrario, ancorché segnato da lei, e giudicasse tali ordini essere stati estorli per violenza.
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (460/531)
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