Storia di Torino di Luigi Cibrario
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a Luigia, figliuola primogenita della reggente, e sarebbe luogotenente generale della contea di Nizza.
La Francia promise allora di rendere le piazze occupate tostoche gli Spagnuoli sarebbero cacciati dal Piemonte. Di quell'anno medesimo la spada del principe Tommaso, creato generalissimo dell'esercito francese, ripigliò Crescenti no, Nizza , Acqui, Tortona, Saluzzo, Verrua. Frattanto la morte di Ri-chelieu (1645) agevolò il riordinamento della Monarchia di Savoia, la quale, se non potè per molti anni ancora sfuggire alla preponderanza francese, godeva nulladimeno de'termini d'una onesta indipendenza.
La città di Torino non fu sgombra dall'armi francesi che dopo il trattato del Valentino del 5 d'aprile 1645, ed allora vi fece il suo solenne ingresso il giovine duca Carlo Emmanuele n, che tornato di Savoia avea fatta per qualche tempo residenza a Fossano. Ma soli dodici anni dopo rendettero i Francesi la cittadella.
La guerra civile, ancorché intrapresa per necessità, ancorché guidata con giuste intenzioni, porta amari frutti. Segreta ruggine fu sempre fra Cristina e i cognati. La confidenza mai non nacque. Nel popolo gli animi rimasero assai tempo ulcerati e divisi, e trent' anni dopo si trova, in segrete relazioni sulla persona di qualche ministro, l'accusa di essere un poco prìncìpista. Per lungo tempo infine
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (463/531)
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