Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO omino fGOavuto gran travaglio di malattie; essersi quella testò riaccesa, piuttosto una continuazione degli antichi disordini derivanti dall'eccessiva debiltà della sua complessione che una malattia nova. Dipinse insomma la condizione del duca in modo, clic a Lisbona si giudicò essere impossibile che da un tal principe potesse il Portogallo sperar successione. La regina di Portogallo scrisse dunque alla sorella che il matrimonio non si poteva recar più ad effetto. Essersi sparse tra il popolo le male informazioni date dai medici, trovarsi ora tutti i voti contrarli, quanto stati eran prima favorevoli.
Questa rottura fu per più titoli un avvenimento fortunato; e massimamente perchè alla regina di Portogallo nacque non molto dopo un figliuolo maschio.
Intanto si trattò con migliori auspizi il matrimonio del duca con Anna d'Orleans. Vittorio Amedeo aveva allora diciott' anni, e poco fidandosi, sebbene a torto, della madre, mostravasi desideroso di prendere egli stesso le redini del governo. Maria Giovanna Battista, informata che di ciò trattava in segreto co' suoi confidenti, tolse consiglio dalla propria dignità, e scrisse al figliuolo : « essere egli omai giunto ad un' età in cui poteva governare da sè ; massime trovandosi in sul punto di prender moglie. Perciò a lui rimetter essa di buon grado il comando. » l travagli derivanti dal malaugurato progetto del
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (469/531)
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