Storia di Torino di Luigi Cibrario
Capo oijaiìto
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e con tanfo consenso nazionale, che tutte le Religioni gli vennero ad offerire i loro argenti per le spese. 1 Valdesi, e molti degli Ugonottrdi Francia gli condussero soccorsi. Vennero le truppe imperiali col principe Eugenio.
In breve. I successi della guerra non furono in sulle prime favorevoli al duca (1). Ma egli mostrò sì gran cuore e sì gran mente, tanta attività, tanta fermezza, che da quel tempo F arbitrio delle sorti italiane non fu più nè presso Francia, nè presso Spagna. Egli indusse Ludovico xiv a smantellar Casale, a rendergli Pinerolo e La Perosa ( 1696 ) ; a riconoscere e rispettare la neutralità d'Italia, e costrinse i proprii alleati, che ripugnavano a tal conclusione, e gli offerivano monti d'oro e la corona Lombarda se volea continuar la guerra, ad accettarla.
Nel 1700, suscitatasi la guerra per la successione di Spagna, Vittorio Amedeo n aderì alla Francia; die la propria figliuola a Filippo v, chc raccolse lo scettro dei due mondi, e combattè valorosamente in favore di Ludovico xiv. Ma l'alterigia che più volte nocque ai Borboni, li privò del poderoso suo braccio. A tenor del trattato, Vittorio Amedeo n doveva essere generalissimo ed aver il supremo comando. Ma Catinat, Vaudemont, Villeroi non obbedivano. Giunse Filippo v in Italia, e, benché suo genero, gli usò pochi riguardi e gli mostrò diffidenza (1702). Di sospetto nasce sospetto, ci' offesa
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (471/531)
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