Storia di Torino di Luigi Cibrario
472 LIBRO SESTO, CAVO QUARTOnasce offesa. Ludovico xiv credeva d'aver in pugno il duca, e di regolarlo a suo modo. Questi non lasciava ignorare le 'proferle che gli si faceano per trarlo nel partito contrario. L'ambasciadore di Francia dicevagli : Invano vorreste dichiararvi contro al re. Dove prendereste le armi ? Al che dicono rispondesse il duca, come Pompeo: Batterei la terra col piede, e ne uscirebbero legioni di sudditi fidi e devoti.
Vittorio Amedeo punto da tanti soprusi e da tanta durezza, e massime dalla protesta che il re avea fatto di non voler soffrire che il duca di Savoia aggiungesse un palmo di terra al proprio Stato, entrò in negoziazioni colla corte di Vienna. Ma indugiava ancora a risolversi, perchè i legami del sangue faceano contrasto alla ragion di Stato. Ma certe carte che il gabinetto di Vienna fece artificiosamente cadere in man de'Francesi, avendo loro fatto credere che la lega tra Savoia ed Austria era conchiusa, le truppe Piemontesi del campo di S. Benedetto vennero disarmate e fatte prigioniere. Avuta tal nuova, il duca non seppe frenarsi, e con soli quattromila soldati dichiarò la guerra alla Francia ed alla Spagna il 5 d'ottobre 1703, e fe' per giusta rappresaglia arrestar gli ambasci adori delle due corone.
Men di tre anni dopo, un poderoso esercito francese investiva la sua città capitale.
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (472/531)
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