Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      grandi conservo d'acqua. Ordinò numerose squadre di guardie del fuoco onde accorrere al primo segnale. Frattanto aflbrzavasi la cittadella, e s'attestava sui bastioni della medesima sì folta schiera di cannoni che avanzavano di numero quelli degli assediaci. N'aveva il comando il conte de la lloclie d'Allery, stato governatore di Verrua.
      Tra il 9 e il 10 di giugno cominciarono i Francesi a gittar bombe nella cittadella. All' indomani ne piovvero anche in città e sì pesanti che perforavano dall' alto in basso le case e le chiese, e scendevano fin ne'sepolcri a sconvolger le ossa de'trapassati. Tutti fuggivano dalla città vecchia nella nuova al di là di piazza Castello, fuor della portata de' mortai nemici.
      Intanto il duca, il quale coi posti e colle batterie stabilite sulla collina aveva sempre impedito ai Francesi il passo del Po, prevedendo che quella posizione non si potrebbe più a lungo difendere, e che ogni passo rimarrebbe chiuso, giudicò non essere da indugiare la partenza della corte. La mattina del 16, mentre le reali duchesse a ciò s'apparecchiavano, i Francesi con azione degna d'eterna infamia, i Francesi, tanto cavallereschi colle dame, gittarono contro il palazzo reale una fitta grandine di palle infuocate, di libbre 16 caduna, le quali guastarono bensì gli edifizi, ma per buona sorte alle persone fecero più paura che danno.


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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