Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIItUO SKSTO, CAPO QUINTOalla porta dall'arcivescovo Vibò, nell'eccesso del sue contento lo abbraccia e lo bacia. Si canta con trasporti d'allegrezza l'inno Ambrosiano. Tutto gongola di gioia, la citta è rinata.
La citta dì Torino, durante l'assedio, trasse seimila bombe, settantacinquemila colpi di cannone, più di settantamila colpi di petriere, senza parlar delle mine.
Segnalossi nelle opere di difesa l'ingegno mirabile dell'avvocato Antonio Ber loia, che fu poi conte d'Exilles. Trecento donne vi lavorarono con gran cuore ne' luoghi anche i più esposti all'infestamento delle palle nemiche. I poveri dello spedale della carità lavoravano nelle gallerie sotterranee, ne' siti più pericolosi, spendendo volonterosi una vita sostenuta dalla pietà de'loro concittadini. Infine tutti gli ordini della città mostrarono un coraggio ed un amor di patria proporzionati alla grandezza del pericolo.
Il bel tempio di Superga sorse, come memoria della gratitudine di Vittorio Amedeo 11, alla protezione celeste che avea assicurato il trionfo dell'armi sue.
A'2 d'ottobre rientrarono le reali duchesse. La regnante privatamente. La duchessa madre con gran pompa per porta Nuova ad un'ora di notte.
A' 24 di dicembre spiegaronsi in S. Giovanni cinquantacinque stendardi tolti ai Francesi nella battaglia di Torino; trenta di fanteria, venticinque di cavalleria.
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (480/531)
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