Storia di Torino di Luigi Cibrario
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unno sestonel castello di Rivoli, rinunziava lo scettro al figliuolo.
Alla contessa di S. Sebastiano, divenuta marchesa di Spigno, non piaceva la vita privata. Sposa d'un re, avrebbe voluto goderne gli onori. Padrona della mente e del cuore di lui, e ricchissima di scalamenti , non tarḍ a fargli increscere la seguila ab-dicazione, a persuaderlo di rivocarla. E noto come Vittorio Amedeo si lasciasse persuadere, che i ministri del novello sovrano, tutti sue creature, tutti usi ad obbedire ad un menomo suo cenno, s'accorderebbero a considerare come non avvenuta la spontanea sua abdicazione, a far discendere Carlo Em-manuele in dal trono in cui la volontà del padre avealo collocato.
La sera del 3 di settembre 1751 Vittorio tenṭ a questo proposito la fede del marchese del Borgo, che avea trattenuto a cena nel castello di Monealieri, dov'egli allora abitava ; e non trovandolo, come sperava, arrendevole, Io lascị partire; e poco dopo, non essendo molto lontana la mezzanotte, risolutosi ad uno di que'passi arrischiati in cui s'era sempre piaciuta P indole sua avventurosa, salito a cavallo, si presenṭ alla porta della cittadella di Torino, e, domandato il barone di St-Reḿ, che n'era governatore, gli disse che voleva entrare, onde confidargli un gran segreto. St-Reḿ rispose d'esser pronto a ricevere i suoi ordini, ma di non poterlo, senza 1111
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (486/531)
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