Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      cui n era commessa la polizia ; al qual ufficio assai delicato perche è in perpetuo contatto cogli ini eressi più vivi, e, dirò così, quotidiani del popolo, venivano proposti dal consiglio della città e dal re approvati decurioni di alti natali e di specchiata prudenza: Romagnani, Provana, D? Angennes, Radicali, Ca-stellenghi. Verso la meta del secolo xiv la città di Torino compresa da levante a ponente fra il castello e il palazzo Paesana, e da mezzodì a settentrione fra la via Sta Teresa e le Torri (l'antica porta Palazzo ) non passava il novero di 4200 o 4500 abitanti.
      Nel 1584 vi si contavano da 9000 a 10000 abitanti distribuiti in tredici parrocchie (1). Nel 1598, ordinatasi la consegna delle vettovaglie, risultarono, bocche 11601, numero di certo inferiore al reale pel sospetto che sempre destan nel popolo i censimenti^).
      Cent'anni dopo scriveva l'abate Pacichelli che le anime in Torino si stimavano arrivare ad ottantamila (5).
      Nel 1782, scriveva il Galante, Torino contenere trentadue strade incrocicchiantesi ad angoli retti, dividenti la città in 159 isolati, illuminate da 650 fanali. Stimava la popolazione di Torino, nel recinto chiuso di 70984 abitanti, oltre a 17098 ne'borghi e nel territorio.
      Ora ha da 120pn abitanti.
      Ho ragione di credere che la stima del Pacichelli


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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