Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      LI li HO SESTOsia esagerala, poiché nel 1701 uno stalo dell'anime desunto sia dalla nota de' parroci, sia dal ruolo de' cantonieri, ne assegna sole 44808, non compresa la guarnigione ; e nel 1705, 46045, fra cui 818 preti, 760 regolari, 597 monache, 2407 servi, 2600 serve, e 15644 persone abili all'armi. Nel 1709, 49729; nel 1720, 47816; nel 1740, 69992, di cui 58852
      in città, il resto ne'borghi e nel territorio.
      In febbraio del 1775 Vittorio Amedeo ni succedette al padre. Principe di vivace ingegno, di tratto cortese, ammaestrato in molte e gravi ed amene discipline, facondo favellatore, dava speranze che poi non portarono frutti corrispondenti. Imperocché a queste belle doti s'accompagnava leggerezza di carattere ed incostanza di voglie. Era inoltre largo spendilore, quanto il padre era temperato e rattenuto, e nondimeno prometteva più che non volesse o potesse attenere. A questi inconvenienti dell' indole sua si aggiunsero le difficoltà dei tempi, la rivoluzione francese che s'avanzava gonfia di procelle ; la quale, scoppiando, non solo rovesciò il trono de'suoi re, ma invase l'Europa, alzando stendardi e voci di libertà, di virtù, di fratellanza, d'eguaglianza, di sovranità popolare, onde useivan faville che accendevano le menti dei popoli, e li summoveano contro ai loro principi, adescavano le anime semplicette, gli uomini che innamorati delle apparenze virtuose, come Isione della nuvola, non penetrano più addentro


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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