Storia di Torino di Luigi Cibrario
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Mitili) PRIMOclie ritraggo ancor molto del non lontano seicento:
I). o. m.
D. FERDINANDO DE MARSIN GOMITI FRANCIAE MARESCALLO SVIMI EMI GALLIAE 0RD1MS EQY ITI TORQVATO VALENTINABVM GVBERNATORI QVO IN LOCO DIE VII SEPTEMlilUS MDCCV1 INTER SVOIiVM CLADEM ET FVtìAM EXERCITVM ET VITAM AMISIT AETERNVM IN IIOC TEMPL0 MONVMENTVMSe mai vi fu monumento degno di rispetto
quest' era sicuramentetestimonio d' una delle maggiori nostre glorie. Pure non so qual mano barbara e stolta disfece il sepolcro
trasferì le ossa nella cappella di Sant'Antonio
coprendole con angusta pietra che dice:
DE MARCH1N 1806.
falsando in tal guisa la datal'ortografia del nome e il criterio di chi legge
in modo da far credere che si tratti d'un qualche giacobinocontemporaneo di Marat e di Robespierre
o al più di qualche emigrato. Sulle pareti laterali della cappella è stata poi più modernamente ripetuta l'antica iscrizione che abbiam riferitaconservando l'errore di
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (26/781)
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MS EQY ITI TORQVATO VALENTINABVM GVBERNATORI QVO IN LOCO DIE VII SEPTEMlilUS MDCCV INTER SVOIiVM CLADEM ET FVtìAM EXERCITVM ET VITAM AMISIT AETERNVM IN IIOC TEMPL Sant'Antonio Marat Robespierre
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