Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBRO PRIMOa breve distanza dalla citta sopra un benigno declivio del colle in faccia al ponte di Po. Dice il Grossi esserne stato architetto un Viettoli romano. II principe ne fe'dipingere le mura a fresco
effigiandovi fatti di storia antica. E la seguendo il lo-devol costume che usavaessendo cardinale a Roma
raccoglieva un fiore d'eletti ingegni in accademiche conversazioni. Chiamavasi qui accademia de'Solinghi quella che a Roma intitolavasi d& Desiosi
nè consistevano i suoi esercizi nel recitar sonetti o madrigalima in ricerche filosofiche
indotte disputazioniin indagini matematiche. Ora si discorreva dell'arte del fortificare
ora del maneggio delle cose di Stato. Ora si fingeva che uno dei Solinghi tornasse da un' ambasciatae gli si imponeva di leggere una relazione sulle condizioni del paese da cui tornava. Usanza preziosa stata prima introdotta dai Veneziani.
Infine ogni arte cavallerescaogni filosofica disciplina
ed anche la scienza pratica degli statisti trattavasi in quella virtuosa palestrache si raccoglieva per l'ordinario in un sito appartato del giardino che s'attiene alla vigna di cui parliamo(7).
Dopo la morte del principe Maurizio
accaduta nel 1657
con gran lamento di tutti i buonie massime degli uomini di lettere (8)
Luisa di Savoia
nipote e vedova di luilunghi anni abitò questa villa
della qualeassai si piaceva. Chiamavasi allora villa Ludovica; e solo ai tempi d'Anna d'Orleans
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (48/781)
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