Storia di Torino di Luigi Cibrario
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unito Plinio
superando anche in questa parte la memoria de'suoi predecessori che molte gran fabbriche con animo più che regio cominciaronoma niuna quasi ne finirono. Ed egli questa cominciò e finì
e con tanto splendore che Napoleone la scelse poi ad una delle sue residenze imperiali.
Il Parco e Mirafiori erano i luoghi in cuidopo le fatiche dell'armi
solea ritrarsi Carlo Emmanuele 1 a udire e a scrivere versi e prose. Divisava di versi francesi col sire di Porcier
di versi italiani con Ludovico San Martino d'Àgliè (autore ei medesimo d'un gentil poema intitolato V Autunno)
di storie con monsig. Giovanni Bolero
precettore de'suoi figliuolie primo che desse moto a quella nuova scienza chiamata più modernamente statistica. E Carlo Emmanuele scrisse egli stesso versi italiani non cattivi
ed anche francesi e spagnuoli; e favole boscherecciefra le quali La selva incantata e Le trasformazioni di mille fonti: cominciò una commedia francese ed un romanzo italiano ed un poema in ottava rima sopra le Stagioni. Botero aveva cantato la Primavera : San Martino V Autunno
Carlo Emmanuele 1 cantava dell' Inverno così:
Segue a questa stagion l'orrido vernoQual a più bella età mesta vecchiezza
A contento dolor aspro ed internoNotte a giorno ripieno di chiarezza.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (76/781)
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