Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO Qll.NTO
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Vediamo che levandone quel dolor internoi versi dello scettralo poeta sono di buonissimo conio: ma abbiamo scelto 1 migliori. Ora vediamo un sonetto slatogl indirizzato per esortarlo alla pace
e la sua risposta sulle medesime rime :
Sireudite umil voce
è fatto il inondo Del suon de le vostr' armi eco guerriera ; Crescer non può di vostra gloria il pondo
• D' appressar sì liei segni altri non spera.
Soffrirete mirar di sangue immondoD'Italia il seno? E ohe In sì Leila sfera Risplenda infausto altrui quel clic giocondo Sparger lume potria vostr' alma altera?
Deponete V invitte arme lucenti
Che '1 cor pero non fia che si disarmi De' nativi magnanimi ardimenti.
Quinci vedrpm scolpito in bronzi e in marmi : Volle Carlo abbagliar gli occhi e le menti Co' lampi della gloria e non dell' armi
Risposta:
Italiaah non temer ! N«n creda il mondo Ch' io mova a' danni tuoi l'hoste guerriera ; Chi desia di sottrarli a grave pondo Contro te non congiura. Ardisci e spera. i^ui ri il
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (77/781)
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