Storia di Torino di Luigi Cibrario
1.IHUO l'ItlMO
Il qual ultimo e bellissimo verso ha trovalo allora e poi sempre molte altre applicazioni per mercè dei nostri principi che tolsero ad onorar il merito in qualunque grado lo rinvenisserocome vera nobiltà
e nobiltà che procede direttamente da Dio.
In quanto al Trucia
dopo la fortuna della fè e de! core che rammenta l'Arnaldo
un'altra seppe ammassarne n iscudi d'oro fiammantiperchè
olire alla villa di cu. abbiamo parlatoe della quale sono da vedersi nell'opera di Audiberti il prospetto e le lodi
innalzò pure lo stupendo palazzo 111 via di S. Carlo che rimase fino ai nostri giorni ne'suoi discendenti coni di Levaldigi
ed ora appartiene alla maestà di Marianna Carolina «li Savoia
Imperatrice d"Austria. La prima pietra d'esso palazzo fu posta il lodi giugno 1675 (7). Dislinguesi iì medesimo per la singolarità dello aprirsi l'entrata princ ipale nell'angolo reciso del nord-ovest che serve di facciatae per gli stupendi e troppo ingiustamente negletti intagli in legno della porta. Ne fu architetto d conte Amedeo di Castellamonte
figliuolo del conte Carlo
che fu anche egli architetto dei duchi di Savoia; ma vinse la fama del padre colle stupende fabbriche architettalee massime colle delizili della Veneria
che poi descrisse in un lifeM mandalo alle stampe e che di rado trovasiconi'io lo posseggo
col compiuto corredo di tutte le incisioni che vi si riferiscono.
Abbiam già dello che il nome di Valentino ai
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (82/781)
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