Storia di Torino di Luigi Cibrario
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i.inno primodel gran cancelliere
d'un primo presidentedell' u-ditor generale di guerra
li esaminò e li sentenziò. Il 26 di gennaio del 1693
si lesse agli infelici la condanna; doveano strangolarsiappiccarsi poscia i cadaveri per un piede e lasciarsi ventiquattr'ore
spiccarsi quindi le teste dal busto e porsi sulle forche a^Mondovì; spianarsi la loro casa in Savigliano
senzachè si potesse più ricostrurre. Ma questa non era la parte più spaventosa. Spaventoso invece fu il tormento dato per un'ora intiera a Gian Giacomo Truchi
onde rivelasse i complici. Egli d'età già provetta (54 anni)
legato alla cordaalzato e trabalzato per aria
tormentato poi anche coi dadiinvano alternava i gemiti e le strida co'versetti de'salmi
con cui chiamava pietosamente Dio in soccorso e in testimonioinvano lo pregava ad aumentar il dolore
se vero fosse che avesse qualche compliceinvano protestava di non voler dannar l'anima propria
nominando un innocente. 1 giudici non persuasiordinavano di dargli uno sguazzo
e l'infelice affrantoboccheggiante per l'atroce dolore
gridava Gesù
Gesù misericordia. Ho dello la verità. Signor gran cancelliereio pregavo per lui a S. Divina Maestà. Domine Dominus noster quam admirabile est nomen tuum in universa terra. Mi facciano calare
nonposso più. Anime del purgatorio assistetemi.....Si
onori la sua costanza. Non nominò nessuno.
Io per me quante volle considero l'alroce error
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (108/781)
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Mondovì Savigliano Gian Giacomo Truchi Dio Gesù S. Divina Maestà Dominus
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