Storia di Torino di Luigi Cibrario
Ililibro l'ionio
delle ventiquattr'ore che dividono la notificazione della condanna dal suppliziole ventiquattr'ore che chiamansi di cappella
o di confortatoriope'miseri condannati non sono la morte
ma vita peggior della morte. Le più crudeli passioni dell'anima da cui sia stato uom travagliato in una vita travagliatissima ne conquidono il pensiero ; mille diversi orizzonti si succedono con rapida ed incessante vicenda nella sua mente: ma lutti illuminati da una luce sanguignae in lutti si drizza
atroce vistaun palco. Alcuna volta per istrazio maggiore il pensier si ritrae su qualche fiorita scena della sua giovanezza. Ecco la casa paterna ove conobbe le dolcezze ingenue de' primi fanciulleschi trastulli: le aiuole di fiori che giovanetto educava per l'amata fanciulla; il campanile della chiesa ove prima fu ammesso a gustare il pane degli angioli; dove pianse e pregò sul feretro di sua madre.... A quella vista
due lagrime di tenerezza bagnano la secca ed affossata sua pupilla e scendono come soave rugiada sul cuore. Ma repente una memoria per un momento obbliata l'invade e si tramelle con violenza a quelle care imagini. Fra le campestri delizie egli vedeo veder crede
il palcola mannaia
il carnefice ; sente i ferri che gli stringono il piedee crede d'udir il sommesso bisbigliar della turba che s'accalca ed aspetta avidamente il crudele spettacolo.
Inoltrata è l'ultima notte. La mente rotandotrabalzando per mille fosche imaginazioni
visionipaure
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (110/781)
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