Storia di Torino di Luigi Cibrario
Capo piumo
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Sant'Antonio eleggeva il rettoreil quale veniva confermato dall'arcivescovo. Ma questi frali Anto-mani poco fiorivano per mento di regolar osservanza
quandoper consiglio di S. Carlo Borromeo
il duca Carlo Emmanuele 1 deliberò nel 1G08 di dar questa chiesa ai chierici regolai i di San Paolo
chiamali volgarmente Barnahi '. Trattò co'padr di Sant'Antonio per aver la cessione della loro chiesae l'ottenne a condizione: che cessasse nella medesima l'antico titolo dei Ss. Antonio e Dalmazzo e si chiamasse unicamente San Dalmazzo
che si mantenessero le con-venzion. fatte colla compagni della Misericordia; che infine i padri d. Sant'Antonio abitassero il palazzo d D. Amedeo di Savoia vicino a Sia Maria
fin che fosse compiuto il loro convento nel borgo di Po.
Niuna congregazione religiosa entrò in Torino con maggior solennità e maggior festa che quella dei Barnabiti. Carrozze di corte recaronsi a levare dodici padr a Vercelli
Asti e Casale
Sua Altezza coi principi suoi figliuolicoi duchi di Mantova e di Nemours
con tre cardinalicol nunzio e cogli ambasciadori
co'magistrat' del Senato e della Camera andò ad incontrarli il 22 gennaio 1609 fino al borgo di Poe li accompagnò a San Dalmazzo; onori che l'umiltà di que' padri giudicò forse eccessivi
ma che fanno fede della pietà del duca e del sommo concetto che aveasi delle virtù de'Barnabiti.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (131/781)
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