Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      15(ilibro secondo
      Non furono i Barnabiti tanto amici della confraternita della Misericordia
      quanto eranlo stato i padri di Sant'Antonio. Lagnavansi del disturbo che recavanosalmeggiando
      ai confessori; dell'impedimento che recavano al ministero parrocchialee tentarono ogni via di liberarsene (1). Ma inutilmente fino al 1698
      quando i confratelli acquistarono dallo spedale di carità la chiesa che si trovava nell'isolato del Ghetto
      quasi di fronte al palazzo ora posseduto dal conte Balbo; donde si trasferirono nel 1721 nella chiesa dell'antico monastero di Sta Croce che uffiziano di presente.
      Alla pia sollecitudine de'Barnabiti va debitrice la chiesa di San Dalmazzo di molti ristauri e miglioramenti. Cominciarono dallo ingentilir la facciata. Poi volendo introdurre in essa chiesa una particolar divozione della Madonna santissima di Loreto
      gettarono nel 1629 i fondamenti d'una nuova cappella che fu compiuta in due anni; ne fu promotore il padre Ottavio Asinari che nel 1654 venne promosso al vescovato d'Ivrea
      e assai contribuirono a murarla e dotarla le sante principesse Maria e Catterina di Savoia
      nonché una monaca di casa Scaglia (de'conti di Verrua)
      chiamata al secolo Ginevra
      e in religione suor Maria Cristina.
      Nel 1701 i Barnabiti ripararono la facciata che minacciava ruinapoi distrussero i muricciuoli che attorniavano la piazzetta
      ed una benefattrice la fe'


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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