Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo terzo
17!iproventi si convertissero in annuo doti da distribuirsi a povere fanciulle
con preferenza: 1° alla famiglia Spitallier; 2° alla famiglia Ayres; 5° alle figlie di mercanti cappellai; 4° alle figlie di confratelli di San Rocco che avessero più di dieci anni di professione.
La piazza del Palazzo Civico
chiamata anticamente piazza delle Erbe e prima ancora piazza del Mercato
era chiusa verso levante sulla linea della strada delle Fragole da un grand'arco chiamato della Vòlta rossa Questa Vòlta rossa s'internava tra gli edifizi che sorgevano a destra dell' arcocon andar tortuoso
e giungeva fino alla via di Dora Grossa. Sotto alla medesima aveano privilegio di collocarsi nei giorni di mercato e nella fiera di S. Giorgio i mercatanti di Chieri. Poco oltre innanzi a San Silvestro era la piazza del mercato del granodove accadde
secondo la pia tradizioneil miracolo del SS. Sacramento. Al dilà non era aperta la via de'Panierai
per cui si comunica direttamente colla Piazza Castello
ma conveniva pigliar la strada che move da San Silvestro (Spirilo Santo) e sboccava ancora ai nostri tempi tra il palazzo del duca del Genevese e la chiesa di San Lorenzo (4). Nel 1619 Carlo Emmanuele ì fece aprire la via de' Panierai; nel 1722 s'ordinò la demolizione dell' arco della Vòlta rossa che impediva la vista del Palazzo di Città. Nel 1780 si ricostrussero le case della Vòlta rossae quell'antico mercalo
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (177/781)
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