Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBI'.O SECONDOdisparve. Ma quel cortile clic ne serba il nome avrà sempre una pietosa memoria. Poiché colà per cura del venerando canonico Giuseppe Cottolengo
di santa memorias'allogavano nel 1827 pochi leili in povere camerette per ricevere infermi abbandonati; e si gettavano cos'i i fondamenti di quella piccola Casa della Divina Provvidenza che
trasferita nel tempo del cholera a settentrione della città
s'apre adesso a tutte le specie di calamità e di miserianon mantenendosi d'altro che di carità.
La piazza dell'Erbe
così bella di proporzioni architettoniche
è disegno del conte Benedetto Alfieri
zio del sommo tragico.
Fu rifatta in esecuzione d'un biglietto regio dell'8 d'ottobre 1756
che ordinò pure il raddrizzamento della strada d'Italia fino alla torre.
Questa picciola ma graziosa piazzavia più vaga apparirà quando s'adorni del monumento che la grata munificenza del Re innalza ad una delle maggiori glorie dell'antica sua stirpe
Amedeo videtto il Conte Verde
morto il primo di marzo del 1385. 11 gruppo in bronzo ricorderà una delle battaglie che quel gran capitano combattè nel 1566 e 1567 contro ai Turchi in Oriente
a difesa del greco imperoch'egli solo
colle sole sue forze salvò dall'imminente mina. Vedesi Amedeo in tutta la forza e la bellezza della prima virilità che appunta il ginocchio al fiancoe cala con tulio l'impeto del suo
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (178/781)
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