Storia di Torino di Luigi Cibrario
cai'o tkkzo
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braccio un mortai fendente sul capo d'un Turco
il qualecaduto a terra
tenta rialzarsiappoggiando la destra al suolo
e colla sinistra cercama invano
di ripararsi dal fato che gli sovrasta Appiè dell'eroe giace un altro Turco
vittima della tremenda sua spada ; e come nel pr-mo t vede espresso mirabilmente il sentimento d. giovin guerriero chevedendosi venir addosso la morte
non ei smarriscenon la teme
ma teme l'onta della sconfìttanò s'arrende
ma fa l'estremo di sua possa e resiste; così nel secondoil capo spinto all'indielro
muscoli del volto irrigiditigl: occhi chiusi
ia bocca semiapertai! petto rialzato
le membra abbandonate lo dimostrano già interamente fatto preda di morte. Tutte le teste sono anticheson greche
e se Pelagio Palagi ha consentito a vestir di maglia i suoi guerrierila maglia non ne occulta
ina ne adombra le perfettissime forme; ed anche gli scucii e gli elmi ritraggono de' tipi grecisebbene l'esimio scultore
devoto alla verità storicaabbia sulle armature musulmane innestato varie sentenze del Korano. Non v'ha poi parola di laude che superar possa il magistero con cui questo gruppo è composto; talché s può dire che la principale dillìcoltà di tali monumenti che è appunto la sapiente ed armonica distribuzione delle diverse figure
è stata con singolare felicità superata. Questo classico lavoro è eminentemente degno d'una capitalee d'una capitale italiana.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (179/781)
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Turco Appiè Turco Pelagio Palagi Korano
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