Storia di Torino di Luigi Cibrario
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La tavola dell'aitar maggiore è di Bartolomeo Ca-ravoglia
Piemontesescuoiare del Guercmo
debole coloiuorema buonissimo disegnatore ed assai riputalo fra 1 dipintori del seicento. IN ella sagrestia sono da vedersi due quadri di Domenico Oliviero
Tor» nesene'quab mitmiioi espressi in piccole figure i successi del miracolo. E noto quanto vaglia questo pittore
il quale fattosi a studiare i quadri fiamminghi de' quali sopra ogni altra è ricca questa Reale Galleria
si appressò mirabilmente ; 1 migliori e li superò per la bellezza e facilità del comporre i suoi gruppiagguagliandola forse nel forte colorì re e nel tocco risentito e franco
ma non nella lucentezza e nella fu-sion de'colori
Domenico Oliviero nacque a Tonno nel 1679
ed ebbe per maestro un Bianchi architetto e piltoreil quale si dilettava d:. quel genere di pitture che si eliiamano-volgarmente bambocciate. Oliviero si pose ad imitarlo
ma ben presto lo superò; ed i quadri che dipinse rappresentanti feste rusticanefiere
mercaticiarlatani
scene della vita campestreogni maniera insomma di ragunate d- popolo
levarono in faina il nome dell'autore. Onde Vittorio Amedeo wil quale mollo piacevas d'ogni sorta di bravura
lo chiamò a sè
gli fe' buon viso e gli diè commissioni Carlo Emmanuele in lo trattò con non minore bonl'a: questo principe mollo si dilettava di sentirlo i parlar di pillura e d'intender da luicome in ogni
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (184/781)
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Ito SECONDO Bartolomeo Ca-ravoglia Guercmo Domenico Oliviero Reale Galleria Oliviero Tonno Bianchi Vittorio Amedeo Carlo Emmanuele Oliviero
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