Storia di Torino di Luigi Cibrario
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medesimo rispetto consiglialo a fabbricare in alcun altro de' tanti sili ancor vacui. 11 Re alienerebbe volentieri a< padr< il rimanente spazio di quell'isolae forse lo donerebbe. Sopperirebbero all'ingente spesa il picciolo fondo che si aveva in cassa di L. 4Ì500; la vendita del con ionio vecchio; d prezzo d'una gran quantità di piante dei boschi posseduti sulle fini di Carmagnola e di Carignano; la borsa comune della provincia. Infine confidava ne' benefattori (2).
Svolse lutte le volontà a sua postae prima quella del vicario provinciale P. Francesco Maria Trotta
che fu gran promotore della traslazione (5).
Incontraronsi e a Torino ed a Roma non poche difficoltà
ma tutte furono agevolmente superate. Mancò peraltro il concorso d'insign. benefattori; e quando il padre Trotta andò a far riverenza a Vittorio Amedeo nad informarlo del disegno che s'era concepito
a supplicarlo del suo R. assensoed insieme di qualche carità nella vendita del sito; il re sorrise
e dopo d essersi informato curiosamente del modo con cui pensavano o> sopperire alla spesadomandò al P. Viario se più grato a Dio sia il far limosina o il pagar i debili; ed aiuta risposta: che il pagar i debili; soggiunse
e perciò non posso donare il valore del sitoma vi permetto la traslazione.
A'20 di luglio del 1718 i Carmelitani acquistarono il terrenoed in quel giorno medesimo fecero incominciar gli scavi.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (220/781)
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