Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      LIBRO SECONDOdei muratori che regolò l'esecuzione di lutti i lavori della chiesa
      diedero i Carmelitani segni di gratitudine. Egli si portò così benedicono le memorie del convento
      che non si sarebbe potuto aspettar di più da un religioso. Epperò gli diedero lettere di fratellanzae partecipazion di tutti i beni spirituali fino alla quarta generazione
      assicurandogli solermi gratuiti suffragi dopo morte. Questa fenice de' mastri muratori chefinita la chiesa
      non si fabbricò un palazzocontentandosi del testimonio della buona coscienza
      si chiamava Giacomo Pella. E degno d'onoreed io gli rendo onore.
      A' 26 di maggio monsignor Francesco Arborio di Gattinara
      arcivescovo di Torino
      procedette a consecrar questa chièsa.
      Frattanto il provinciale de' Carmelitani
      senza partecipazione de' suoi fratiera andato al re
      e lo avea pregalo d'accettar la novella chiesa per chiesa realee di permettere che fosse dedicata al beato Amedeo di Savoia. Egli ne sperò forse qualche eroica generosità. Ma Carlo Emmanuele era buon massaio; accettò l'offerta
      e promise di costrurre l'aitar maggiore ed abbellir la facciata.
      In quanto all'aitar maggiorediciannove anni dopo
      e così nel 1755
      il cav. Claudio Beaumont cominciò il gran quadro della Madonna del Carmine e del beato Amedeo
      che venne poi collocato a suo luogo il 5 marzo 1760.


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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