Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAl'O OTTAVO
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posleriore e risparmiare agli altri infermi un crudele spettacolo; e perchè si possa nella medesima guisa sottrarre ai poveri languenti la funebre vista del Ietto che racchiude le spoglie d'un trapassato. La carità non poteva essere più ingegnosa; e grande onor ne torna all'architetto Talucchi
il quale l'imaginò
ed agli amministratori che consentirono ad eseguirne il concettoancorché dispendioso
consapevoli che in fatto di pubblici monumenti bisogna cercar l'ottimoe che per far molto bene vi vuol molta spesa; ma che al dispendio richiesto da tali instituti soccorre la Provvidenza che regola i cuori degli uomini e le ultime disposizioni di chi muore. E diffatto la generosità de'benefattori s'accrebbe in proporzion del bisogno.
In questo spedale il re Carlo Alberto fondò ventiquattro letti per infermi od inferme travagliate da lebbrapellagra
cancroideed altre malattie cutanee contagiose.
Una bella regola di questo spedale si è d'ammettere per quindici giorni alla mensa i risanatigià usciti
affinchè ben raffermata ne sia la convalescenza primachè tornino al cibo degli indigenticon pericolo di ricadere
come accade pur troppo assai sovente in altri spedali. Perchè allora a che serve l'averli guariti?
Nell'altra via traversache s'intitola delle Scuole
Il
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (277/781)
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Ietto Talucchi Provvidenza Carlo Alberto Scuole
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