Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO SECONDO
521)
grazia del principemonsù di Druent fabbricò il nobile palazzo di cui parliamo con uno scalone di un gilto arditissimo; ed invitò tutte le arti a decorarlo.
Fin dal 1695 vi dipingeva i quattro elementi Francesco Trevisani
pittore di molto nomeil quale sapea imitar lo stile di qualsivoglia scuola
ma riusciva meglio nel delicato che nel robusto. Vi dipinse una Giunone
Bonaventura Lamberti da Carpi
scuoiare del Cignani; operarono al piano terreno Antonio Maria Hafner
bolognesedella congregazione dell'Oratorio
il quale si segnalò per la soavità delle tintee molto dipinse a Genova e nelle riviere; e Stefano Maria Legnani. Lavorò a fresco ne'gabinetti
Giovanni Battista Pozzo
milanesedel quale vedovasi una lodala pittura in San Cristoforo di Vercelli. Altri pittori di men chiaro nome concorrevano ad ingentilire il nobile edificio: Angelo Golzio
Giuseppe Mossino
Antonio Maro.
Oltre a ciò
monsù di Druent fece venir tavole pregiate da Ferrara e da Bologna; da Piacenza gli fu recato un Ercole che strozza il serpentedel cavaliere Giovanni Droghi
genovesescuoiare
ma non imitatore di Domenico Piola. Le porte furono intagliate da Marc'Antonio Berutto; gli stucchi della facciata sono di Domenico Maria Violino; ai quali il conte Alfieri adattò poi la gradazion delle tinte nel 1745 (1).
| |
Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
|
Pagina (315/781)
|
Druent Francesco Trevisani Giunone Lamberti Carpi Cignani Antonio Maria Hafner Oratorio Genova Stefano Maria Legnani Battista Pozzo San Cristoforo Vercelli Angelo Golzio Mossino Maro Druent Ferrara Bologna Piacenza Ercole Giovanni Droghi Domenico Piola Marc'Antonio Berutto Domenico Maria Violino Alfieri
|