Storia di Torino di Luigi Cibrario
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URRO TERZOII conte (li Druent era uomo fantastico ed assoluto nelle sue voglie e di duro imperio. Aveva una unica figliuola erede di grande sostanza
volle cercarle un genero a modo suoe contro all'uso comune domandò per lei la mano del marchese Falletti di Castagnole
che faceva ancora come gli altri Falletti quella vita di castelloche una volta prediligevano le schiatte antiche e polenti
perchè vi trovavano l'ossequio e l'obbedienza che nelle citta non poteano più sperare. Piacesse o non piacesse alla figliuolaquesta lo dovea sposare ; fu conchiuso il matrimonio. Per somma
non so se ventura o sventurai due giovanetti sposi si piacquero
s'amarono.
Le nozze furono celebrate con gran pompasi die un ballo a cui intervenne il sovrano col meglio della corte. La sposa aveva al collo una collana di perle di ricchissimo pregio
imprestatalesecondo l'usanza
da Anna d'Orleans
duchessa di Savoia; quandomentre più fervea la danza
lo scalone con infausto augurio precipitò.Niuno perì
ma Io spavento fu grandesi trovarono mezzi di fuga e in breve il palazzo fu sgombro. Intanto scompiglio la collana di perle andò smarrita
ma si rinvenne all'indomani sotto le macerie della scala.
La sposache per una stolida e fatale contraddizione
monsù di Druent non lasciava più coabitar col marito di cui era innamorataperì miseramente nel fior degli anni addì 24 di febbraio del 1701 (2).
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (316/781)
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