Storia di Torino di Luigi Cibrario
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Santa Croce
che presto abbandonarono la chiesa e andarono a San Michele
doveper la ristrettezza del sito
non poterono neppure durarla a lungo.
Quando Emmanuele Filiberto restaurò l'ordine di San Maurizio nobilitato ed arricchito coli'unione di quello di San Lazzaro
ebbe inanimo di costrurre la chiesa d'esso ordine nel castello di Torino. Ma non die esecuzione a quel disegnoe fu invece deputala a tal uso la cappella di San Lorenzo
che si ufficiò anche per qualche tempo da alcuni cavalieri sacerdotie da un priore che doveva essere un sacerdote nobile ornato di gran croce (24).
Nel 1728 Vittorio Amedeo n si risolvette di dar finalmente a queir illustre milizia una chiesa che le/appartenessee fosse capo d' ordine; e rivolse il pensiero alla chiesa di San Paolo
chiamata più comunemente di Santa Croce
sia perchè attigua allo spedale Mauriziano
sia perchè rifatta di nuovo con molla eleganza. Ma invece di trattarne l'acquisto colla confraternita che la possedeva da oltre un secolo e mezzoche l'avea costrutta
conservata ed ornatausando que' termini assoluti che gli erano così connaturali
e quel rigor di legge fiscale per cui erasi segnalato otto anni primasostenne che la cessione fatta dall'abate di San Solutore senza consenso del sovrano era nulla; e obbligò la confraternita a dismetter la chiesa
promettendo solo benigni riguardi po'miglioramenti. Nel qual fattoFui. Il ió
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (333/781)
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