Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBRO TERZOisbaglio attribuendola
ed osserva che Meo del Caprino potò essere egli stesso autor del disegno ed appaltatore dell'opera secondo lo stile di quell'età; che potè aver lavorato a Roma
e là conchiuso il contrattoonde non è maraviglia che abbia fatto uso della canna romana ; che il Pontelli era assente da Roma
ed occupato in lavori dell'arte sua in Urbino quando il duomo Torinese fu cominciato ; che gli scrittori hanno registralo tutte le opere di questo architettoe non avrebbero dimenticato il duomo di Torino
se Baccio ne fosse autore; che infine migliori del nostro San Giovanni sono i templi che Baccio architettò; poiché
se nella nostra cattedrale si scopre in generale una buona disposizione e convenienza di partinon si può tuttavia lodare quell'aggruppamento di mezze colonne senza proporzioni proprie del genere a cui appartengono.
A me non s'appartiene in fatto d'arte levarmi giudice fra que' due dottissimi uominionde basti l'averne qui accennate le opposte sentenze
soggiungendo che nell'opera medesima il cavaliere Canina ha proposto il disegno d'una nuova cattedrale torinesela quale per maestà
bellezza e magnificenzasarebbe degna d' ogni più gran capitale.
Mi credo nondimeno obbligato a chiarire alquanto la questioneesponendo quanto appare dalla convenzione con cui fu allogata 1' opera del duomo a Meo del Caprino
ossia Bartolomeo de Francisco da Settignano.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (358/781)
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