Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO QUINTO
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      Intanto la devozione dei popoli si faceva ogni giorno più grande. Ogni anno il 4 di maggio si mostrava da varii vescovi al popolo. Quel giorno era solenne alla pietà de'Torinesi. Quintanecorse al facchino
      luminarie ed altre feste segnalavano la pubblica gioia.
      Nel 1621 non era ancora edificalo l'elegantissimo padiglione ottagono che sorse dipoi nel sito dove ora si vede la cancellata di Pelagio Palagi
      luogo che fu poi specialmente consecralo alle ostensioni della Sindone. E però si mostrava da un palco molto adorno che si costruiva a questo fine. Era sul palco accanto al duca Carlo Emmanuele ì il generale de'Teatini padre Vincenzo Giliberli di Modena
      il quale pregato dal duca a dir qualche parola al popoloorò con tanta efficacia
      e tanto spirito di divozione eccitò fra gli astantiche da ogni parte gli si gitlavan corone e medaglie
      perche le ponesse a contatto della sacra reliquia; una corona assai grossaguernita di pesanti medaglie e scagliata da man poderosa
      venne sgraziatamente a colpire il padre Giliberti nella boccae tutta la mise in sangue. Carlo Emmanuele si fe'innanzi sollecito
      e con quel piglio pieno di grazia e di maestà che lo distinguevagli terse di propria mano il sangue che colava
      dicendogli con un sorriso: Non mai un generale fu ferito in occasioni più gloriosane con più felice successo (5).
      Mollo s'adoperarono i Teatini nel diffondere la


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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