Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO QUINTO
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Non -č come ora sono i nostri monumenti architettonici (se v'han monumenti) pallide copie di cose greche o romane. E una creazione. Ha carattere di grandezza e maestą. Ha un suggello suo proprio. Ed invece il secolo xixse continua come ha cominciato
legherą ai posteri molte caso mercantilialcuni graziosi casini
archicappelle e qualche tempio
imitati dai Greci e dai Romani
ma non un solo palazzonč una sola chiesa.
La mirabile cappella di cui parliamo fu cominciata nel 1657 e finita affatto nel 1694. Li danari occorrenti si pigliarono dai proventi della zeccatratta
dogana e fonderia. Il conte Amedeo di Castella-monte
ingegnere di S. A.
soprainlendeva alla esecuzione dei lavori.
Della ricerca e del trasporto de'marmi s'occupava l'ingegnere Bernardino Quadri. I pilastri e contropilastri sono di marmo di Frabosa; gli zoccoli di marmo di Chianoc; la scala per cui si scende alla tribuna reale č di marmo di Foresto. Simone Boucheron di Tours e Lorenzo Frugone fondevano bronzi pe' capitelli. Scolpiva i capitelli dei pila-stroni Bernardo Falconi. Ridia e varii altri li doravano (7).
La Sla Sindone fu trasferita nella nuova cappella addi 1° giugno del 1694
alle ore quattro pomeridiane. Le aste del baldacchino erano sostenute da Vittorio Amedeo ndal principe di Carignano
dal
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (395/781)
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