Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAl'O SESTO
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pigliava in facezia; ma il presidente rispondeva con un ghigno sardonico al riso del padrone.
Lasciossi aggirare dalle insidie del Pasero anche il cardinale Maurizio; e a suggestione di lui andò a far visita al Cauda sotto specie di onorarloma in realtà per mostrare che la somma delle cose stava in lui
e che fino i principi gli si doveano umiliare; mezzo sicuro di rovinarlo. Ma Cauda vedendolo comparire gridò: Altezza
i miei nemici mi vogliòno ¦perduto; e andò subito a piangerne col ducail quale lo consolò
e lo assicurò che la sua grazia non gli fallirebbe.
Pasero vedendo che il Cauda era di diamantee che tutti i suoi colpi spuntavansi
rivolse le sue persecuzioni contro gli amici di lui.
Era governatore di Savigliano
sua patriail presidente Ottavio Rullino
vecchio e zelante ministrostato già presidente delle Finanze. In quella città
e nel monastero di San Pietro avea stanza Valeriano Castiglioni
abate Benedittino
famoso storicoche per gli uflìcii del Pasero era stato da Carlo Emmanuele i chiamato al suo servigio
e creato istorio-grafo ducale ; ma che non aveva a gran pezza l'animo altresì bello come l'ingegno. Costui si lasciò persuadere dal Pasero a scrivere un libello contra la nobiltà di Savigliano
per cui ebbe dal malvagio ministro parecchie minute e scandalose particolarità. Lo scrisse di suo pugno il Castiglioni
alterando ilVoi. Il 53
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (413/781)
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