Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO SESTO 40!}
cho da tal confessionenon deriverebbe ad esso Castiglioni il menomo danno
rendendosene egli medesimo mallevadore. Il Castiglioni vinto dalle sue lusinghe così fece. Falsi leslimonii compri dal Pasero ne corroborarono i deltiil povero presidente era in Torino a letto travagliato da dolorosa podagra
quando vide entrar nella camera i soldati di giustiziache ravvoltolo nelle sue coperte Io portarono pubblicamente a braccia nel castello e lo serrarono nella torre. Assai tempo vi giacque quella vittima della più nera macchinazione
finché chiamata la causadifeso da Ludovico Tesauro
riportò per sentenza del Senato compiuta vittoriaonde fu dal duca restituito con lettere patenti agli antichi onori ed al governo di Savigliano. Mentre col calunnialo erasi proceduto con tanto rigore
col calunniatore s'ado-prarono termini di gran riguardo. Andava dicendo il Pasero: ch'egli era scrittore di quel valore che tutti sapeano; che aveva in petto i più gelosi arcani dello Stalo; che potea dare colle sue storie nobile e perpetua fama a'suoi signori. Come se potesse essere storico uno che mancò sì bruttamente di fede: come se avesse qualche virtù una penna contaminata nell'orditura d'un libello; come se il principe potesse far caso d'una lode che non sorga spontanea dai fattiche non sia data da chi dispensa con uguale bilancia anche la giusta
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (415/781)
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