Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAl'O SESTO
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Ma il vicario dell'arcivescovouomo di fino giudicio
non si lasciò trarre in inganno
* rise di quelle favole e domandò al duca gli si consegnassero la donna e il marito. Fecesi. Guardati con diligenzaesaminali sottilmente si scoprì la frode
e furono puniti. Ma del Pasero che n'era primo autore niuno fiatò (7).
Frattanto il presidente Rullino non rifiniva di domandar giustizia. Eglitenuto sì lungo tempo a gran torto in istretta prigione
vedeva il Castiglioni suo calunniatore passeggiar liberamente ne' chiostri di San Domenico
e andarsene perciò quasi impunito-Le sue continue doglianze mossero finalmente il duca a far rinchiudere il Castiglioni in castellosenza badare alle rimostranze del commendatore Pasero. Quando il Castiglioni
avvezzo a un viver lauto ed alle brigate giovialigustò l'amaro dal carcere
e vide che l'un giorno passava e l'altro ancora senza speranza di liberazionearrovellalo contro al Pasero
prima cagion de'suoi malifallo chiamare il presidente Benso
gli svelò ogni cosae del libello infamatorio
e della falsa spiritalaalle quali turpi macchinazioni partecipava con Pasero anche il conte Messerati
generale delle poste. Sapute queste cose il duca giurò di dare un pubblico esempio di quei due scellerati ministrie intanto li fe' serrare ambedue nelle torri del castello (1G54). Ma ogni ribaldo trova un più ribaldo di lui che lo prolegge
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (417/781)
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