Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO SESTO 40!}
Fu preso a Cova
sua patriane'primi giorni di gennaio. La notte del 7 all'8 di quel mese tentò d'uccidersi aprendosi la vena d'un braccio con un temperino. Il sangue che ne spicciò
fece un rigagnolo sul pavimentoe seguendone il pendio si sparse fin sotto la porla della camera
sicché i custodi che vegliavano nella stanza vicinase ne avvidero
ed accorsi furono in tempo a riparare.
Condotto a Torino fu rinchiuso alcun tempo in castellopoi nelle carceri senatorie. Dagli esami si riseppe che il senatore Bernardino Sillano
l'aiutante di camera Giovanni Antonio Gioia e il monaco aveano trattalo di far morire Madama Reale e il duca. S' era parlato di velenoma non piaceva quel mezzo
onde si giudicò di ricorrere alle incantagioni.
Il libro Centum regumla clavicula Salomonis
ed altri tenebrosi maestri di tali scienze insegnarono al monaco siccome formando nel mese di seltembre quando il sole entra in libbra una statua di cera verginerecitando per un certo tempo sopra la medesima il salmo : Deus laudem mearn ne tacueris
e giunto al versetto fiant dies eius paueiprefìggendo alla persona che con detta imagine si ò voluta raffigurare il termine entro il quale dovesse morire
e piantando in petto alla statua la spina d'un pesce chiamato microssi procurava con effetto alla della persona la morie.
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (423/781)
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Cova Torino Bernardino Sillano Giovanni Antonio Gioia Madama Reale Centum Salomonis Deus
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